Nel nostro organismo esistono moltissime molecole che mimano l’attività della Cannabis, i cannabinoidi endogeni o endocannabinoidi. In seguito allo stimolo “dolore”, i neuroni della corteccia sensitiva del cervello rilasciano gli endocannabinoidi che si legano a specifici recettori: i recettori CB-1 e CB-2. Oltre alla nota attività analgesica e antinfiammatoria causano aumento del senso di appetito e sono potenti antinausea.
Esistono diversi prodotti commerciali a base di cannabis medica che possono essere prescritti dal terapista del dolore; molti sono d’importazione dall’Olanda e uno è prodotto in Italia, la cannabis FM-2. Ognuno contiene differenti quantità di cannabidiolo (CBD) e delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) a seconda della causa del dolore cronico e dalla precisa indicazione terapeutica.
Nel 2016, il nostro Paese ha avviato una produzione nazionale di Cannabis per uso medico presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM), grazie alla collaborazione tra il Ministero della salute e il Ministero della difesa; si tratta del prodotto Cannabis FM-2 (contenente THC 5% – 8% e CBD 7,5% – 12%), prima sostanza attiva a base di cannabis prodotta in conformità alle direttive europee in materia di medicinali (EU – GMP) su processo produttivo depositato e controllato, in una officina farmaceutica autorizzata dall’AIFA.
Indicazioni terapeutiche per per l’uso della Cannabis in Italia:
Le indicazioni terapeutiche per l’uso della Cannabis in Italia (DM 9/11/2015) riguardano:
- Trattamento del dolore associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale
- Trattamento della nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia
- Trattamento del dolore da polineuropatia indotta da virus HIV
- Stimolante dell’appetito nella cachessia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa
- Diminuizione dell’ipotensione nel glaucoma
- Riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette
Queste prescrizioni si effettuano quando le terapie convenzionali o standard sono inefficaci e devono essere prescritte dopo attenta valutazione del medico terapista del dolore.
La Cannabis medica presenta diversi effetti collaterali mediati dai cannabinoidi: catalessi, alterazione della coordinazione motoria, alterazione della memoria e breve termine, scarse prestazioni in semplici test di apprendimento. Inoltre i più importanti effetti avversi sono legati alla psicosi tossica: un aumentata concentrazione all’interno del nostro organismo di cannabinoidi causa dipendenza psichica, psicosi tossiche da astinenza dose dipendente. Basti pensare che la cannabis dà intossicazione molto più frequentemente rispetto alla caffeina.
Un fattore importante da sottolineare è che la cannabis ad uso terapeutico subisce un processo di purificazione e non ha nulla a che vedere con quella presente sul mercato nero; oltre a essere un potenziale pericolo la marijuana illegale non ha valore come terapia: i prodotti ad uso terapeutico italiani e d’importazione sono coltivati e catalogati sotto precisi standard.
Perché soffrire se si può farne a meno?
Per ulteriori approfondimenti potete leggere l‘intervista rilasciata al magazine Greenious.